La griglia, le baracche, le torri neoliberali: la modernità informale di Buenos Aires
Résumé
L’origine di questo saggio sorge dalla domanda se le città siano mai state moderne; e in particolare, che tipo di modernità le riguardi. In modo simile al noto saggio di Latour, la risposta viene cercata in due dimensioni: nel rapporto tra spazio e natura, e in quello tra cittadinanza e società. Lo sfondo di questo interrogativo riguarda la critica al programma di ‘purificazione’ che il modernismo – sia in urbanistica che in architettura – ha interpretato con convinzione, quasi con ferocia, nei riguardi appunto della natura e della società. Questa domanda è trattata esaminando Buenos Aires, città moderna spesso presa ad esempio di come il modello moderno della città europea sia stato capace di riprodursi in altre condizioni. L’angolatura che si utilizza, a fronte della vastità del tema, è invece volutamente ristretta al ruolo che la ‘forma’ della città esercita sulle condizioni sociali2; ancora in modo più ristretto, alla forma della pianta urbana disegnata dalle strade che fonda la distinzione tra spazio pubblico e privato, un’ulteriore ma non arbitraria semplificazione. Inutile ricordare quanto la forma della città sia di interesse per chi si occupa di storia urbana. La preoccupazione qui è più limitata e riguarda quali effetti politici risultino dalle diverse forme assunte dall’organizzazione dello spazio3. Anche questo, non sorprende, è un costante interrogativo dell’urbanistica e delle scienze sociali, al quale sono state date nel tempo risposte molto diverse. [Primi paragrafi]
Origine : Fichiers éditeurs autorisés sur une archive ouverte
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